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III.


La notizia dell’atroce fatto del Ponte dei Fabbri corse la città quel giorno stesso che Demetrio Pianelli preparavasi a partire per la sua nuova residenza; ma non arrivò fino al di sopra dei tetti. Quel dì Demetrio ebbe molto da fare. Aggiustò i conti col padrone di casa, al quale lasciò il letto e il cassettone in pagamento: a Giovann dell’Orghen regalò le gabbie e qualche vecchio paio di scarpe: il resto diede a uno stracciaiuolo. Per sè riempì una cassetta e una valigia. La giornata passò come un sogno in queste molteplici occupazioni e venne l’ora del pranzo, che non aveva ancora inghiottito una goccia d’acqua.

Mandò Giovann dell’Orghen a comperare del pane, del salame cotto e un fiaschetto di vino, e sedettero tutti e tre — il terzo era Giovedì, — l’uno sulla cassa, l’altro sulla valigia, il cane in terra nel mezzo della stanza spoglia, a celebrare l’ultima cena. La compagnia