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entrata in camera. A ognuna di queste scoperte il suo cuore si faceva stretto di spavento.

Pardi mandò a dire che non lo aspettassero a pranzo, perchè doveva trovarsi alla Camera di Commercio con un suo corrispondente.

Palmira rimase in una penosa incertezza. Mangiò poco e di mala voglia, concentrata, inquieta, nervosa, sforzandosi di preparare un sistema di risposte che potessero in ogni eventualità confondere, se non persuadere, il suo giudice.

Il contegno di suo marito e le traccie di disordine che trovò nella sua roba parlavano già come una minaccia.

Secco non rientrò che verso le nove, tranquillo in apparenza, ma con una faccia che non era la sua. Passò direttamente in fabbrica, senza chiedere di sua moglie, e si chiuse nello stanzino che serviva di studio. Aspettò che l’uomo della fabbrica, chiusi gli usci e spento il fuoco della motrice, passasse a consegnargli le chiavi.

— Di’ alla Cherubina, — soggiunse, — che venga un momento da me.

— Buona sera, signor padrone, — disse quell’uomo nero.

— Sta bene.... — rispose Secco con voce coperta, e stava per soggiungere qualche altra cosa che alludesse al suo destino e all’av-