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sua, si trova còlta dalla sera e comincia a temere di perdere la strada.

Si sarebbe detto che la violenta necessità di non mostrarsi dura e cattiva coll’unico uomo che le aveva fatto tanto bene, spremesse quanto c’era di buono, di caritatevole, di delicato nel suo cuore. Provò un forte soffocamento di respiro, il petto le si gonfiò, il cuore cominciò a battere con immenso dolore, come se qualche cosa si rompesse in lei, come se in questo primo sforzo intelligente della sua vita, dalla bambola uscisse la donna.

Certo qualche cosa di vivo e di caldo sgorgava da quel patimento.

— Perdonatemi, Beatrice, sono malato, non so più quello che mi dico e quello che mi faccio. Sono quattro mesi che soffro così, senza parlare mai con nessuno: e sarei partito così, senza più vedervi, se voi non venivate quassù a cogliermi in un momento di malinconia.

Demetrio parlava senza alzare la testa dalle mani.

— Per amore dei vostri figliuoli, che ho amato come se fossero miei, non fate nessun conto delle mie parole, non dite niente, dimenticatevi anche voi.... Non ricordate se non quel po’ di bene che ho voluto ai figli di Cesarino.... Andate via....

— Io non potrò mai dimenticare quello che avete fatto per me.... — provò a dire la don-