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udito a Milano, di Demetrio, del commendatore, di Beatrice, del braccialetto; e, quando gli parve di aver detto tutto, si abbandonò senza fiato sul cuscino.
— È tutto qui? — esclamò Carolina, alzando le mani al cielo. — Credevo che ti avessero rubato il portafogli. Si vede che sei cresciuto sempre in mezzo alle oche. Che caso! Si sa, una bella donna dà sempre da parlare alla gente. Potrebbe essere anche Sant’Orsola e ci sarà sempre la lingua che si diverte a mettere male. Che importa a te se a Milano la chiamano come la chiamano? è tutt’invidia che parla.
— E il braccialetto?
— Il braccialetto sarà un regaluccio di un adoratore. L’ha forse accettato? Caro mio, se non volevi questi fastidi dovevi contentarti di sposare una donna come le altre....
— Sei qui colle tue sciocchezze, — saltò su a dire Paolino, con un tono aspro e dispettoso, non volendo concedere che la sorella potesse aver ragione su questo argomento.
— Vuoi la donna bella? e allora non bisogna pretendere che la gente si strappi gli occhi dal capo per farti piacere. Il mio povero parere te l’avevo dato....
— Vuoi finire di fare la Perpetua?
— Ecco il pagamento d’essermi occupata tanto di te. Non parlo più.