Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 424 — |
scusò col dire che lo spettacolo di un matrimonio lo commoveva troppo. Mise davanti anche qualche ragione di ufficio, magra scusa che non poteva persuadere nessuno; ma non accettò, a nessun patto.
In quanto a Beatrice la sua storia è ancora più semplice. A Chiaravalle, colla prospettiva del famoso campanile davanti agli occhi, colla vista aperta dei prati che sembrano uno smeraldo nel vivo sole d’estate, con un giardinetto pieno di fiori, coi frequenti inviti della buona Carolina, ingegnosa nell’inventare nuovi regali e dolci sorprese, si capisce che la vita della povera vedova dovesse scorrere liscia come l’olio. I ragazzi avevano trovata l’America, e stavano tutto il giorno nei mucchi del fieno, nei campi o sulle cascine. Qualche volta essa faceva una scappata a Milano, dove aveva lasciata la roba, per vedere la sarta, per comperare un capo di biancheria.
Bassano la conduceva in carrozza e si fermava davanti alle botteghe. I commessi di negozio correvano ad aprire la porta, e colla carrozza piena di scatole e di cartocci essa tornava a casa qualche volta senza veder Arabella.
Aveva accettato di fare quel passo per il vantaggio de’ suoi figliuoli: tutte le condizioni erano buone e favorevoli. Perchè non avreb-