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Giovann dell’Orghen veniva su col passo pesante del sordo, portando sulle spalle e sul capo come un’enorme cuffia la vecchia poltrona di vacchetta a grosse borchie, l’ultima memoria della mamma, salvata dal naufragio di ca’ Pianelli. Il più felice uomo del mondo rideva sotto quel catafalco, come un santo nello splendore della beatitudine. L’Elisa dovette fuggire in camera a buttarsi colla bocca sul cuscino per non farsi sentire. E fece ridere anche la signora Pianelli sulla magnifica idea di regalare a una sposa una poltrona di arcivescovo.