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gua si snodò. Due giorni dopo venne lei alle Cascine....

— Ah sì?

— A casa mia sono più a posto. L’ho condotta a vedere gli asparagi, i meloni novelli, il molino, il torchio dell’olio e così ho potuto salvare l’onore delle armi. Un’altra volta son venuto solo a Milano — tu cominciavi a star meglio — e a furia di mescolare le carte il gioco s’impara. Ah, Demetrio!.. — soggiunse lasciando cadere un gran colpo di mano sulle spalle del cugino — quando verrà quel giorno, tu vedrai Paolino volare come una farfalla. Giugno, luglio, agosto: s’è fissato per il matrimonio il 24, giorno di san Bartolomeo.

Paolino, colto da una improvvisa tenerezza, alzò gli occhi al soffitto, e non li abbassò finchè fu sicuro di essere un uomo e non un ragazzo piagnulone.

Demetrio, rannicchiato in sè stesso, quasi rimpicciolito nelle spalle, — fatte sottili dalla malattia — andava grattando coll’unghia dell’indice il tessuto della tovaglia. Passò un momento di silenzio, nel quale scoppiò come un fuoco di festa una risata di donna allegra. L’uscio della stanza si aprì e Beatrice, con indosso un magnifico vestito di seta color ulivo, appuntato con spilli, corse di qua a prendere le forbici, chiedendo scusa alla bella compagnia; entrò e scomparve come una