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al di fuori, di dentro non era nè capace, nè degno di certe convinzioni.

Egli sì; c’è il suo tornaconto anche a soffrire per la giustizia.

Con questa orgogliosa sicurezza di sè, qualche giorno dopo la burrasca, come se nulla fosse accaduto, andò passino passino in Carrobio, montò le note scale, suonò il campanello. Sentì un passo più greve del solito, la chiave girò nella toppa, e i due cugini si trovarono in faccia l’uno all’altro.

— O Demetrio! — esclamò Paolino, aprendo le braccia e stringendo poi la testa del cugino nelle mani grandi come foglie di zucca.

— Beato chi ti può vedere, Paolino!

— Vuoi dire che merito d’essere bastonato? Hai ragione. Tu sei stato molto malato e non mi son lasciato mai vedere. Ma se sapessi quante cose in questa testa....

— Sappiamo tutto.

Demetrio, mentre deponeva il cappello e il bastone, diede ascolto al cuore e si rallegrò di sentirlo quieto e rassegnato. Il passo più difficile è quello della soglia, dice il proverbio: ed egli l’aveva fatto

— C’è Beatrice?

— È di là. È venuta in questo momento la sua sarta.

— E i ragazzi?