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Come mai un Pianelli, di natura così impacciato e scontroso e così duro di lingua, avesse potuto cantare a quel bravo signore delle cose che non si devono mai dire a un superiore, specialmente quando sono vere, era un mistero anche per lui. Non sapeva ripensare neppure quello che gli era uscito di bocca in quel momento. S’era frenato un pezzo colle corde e colle catene: ma quando quel bravo signore osò insultare Beatrice e chiamarla pettegola, allora il cuore scattò come una molla.
Non era dunque morta del tutto quella donna nel suo cuore; o non era morto del tutto il suo cuore per lei?
Misteri, misteri.
Se un resto d’illusione si muoveva ancora in lui, il Ministro provvedeva ora energicamente a togliergli fin l’ultima speranza. La bella storia era finita del tutto. T-o-to.... finito.
Ora aveva più tempo di far delle belle passeggiate sui bastioni e in piazza Castello, e di stare a sentire le cicalate delle sonnambule e dei venditori di mastice. Aveva anche il tempo di leggere un giornale e di occuparsi di politica, come un uomo che vive di rendita, colla differenza che per vivere e tirar là tutto il tempo stabilito dal signor Ministro bisognava vendere qualche cosa. E cominciò