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Costui avvolto nel tovagliolo, come in una toga, spianò le trecento rughe che solcavano il testone torbido e nero, e mormorò in mezzo al frastuono qualche cosa di cui il Bianconi non potè afferrare che una «gongrua bereguazione».

— Senza un buon catasto non sarà mai possibile nemmeno una congrua perequazione.

— Basterebbe un’imposta reddituale.

— Baie sonore! vediamo quel che ci costa già l’esazione della ricchezza mobile.

— È un altro paio di maniche. La terra non si può nascondere.

— Ci vorrebbe un sistema di tassazione....

— Ma che sistema!

— Sicuro, un sistema in ragione della presunta produttività del terreno.

— Mancherebbe anche questa, oltre al flagello della concorrenza americana.

— Che concorrenza d’Egitto!

— Americana e non d’Egitto.

— Ah, ah! oh, oh!

Le parole s’incontravano, s’intrecciavano al di sopra dei bicchieri e delle bottiglie, scoppiando in calde risate, in cui tutte le opinioni politico-amministrative di quei bravi signori si conciliavano in una piena soddisfazione reciproca. Solo il barone delle Ipoteche pareva annuvolarsi e sprofondarsi sempre più in mezzo al baccanale, e gonfiava