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famiglia in mezzo alle sue tre ragazze burlone e a due marmocchietti indiavolati, osò pensare col capo basso:
— Non manca che la marcia funebre.
Il commendatore che, dal capo della tavola, sentiva una certa responsabilità quasi di padre di famiglia, procurò subito di rivolgere la parola ora al commendator Ranacchi, ora all’egregio pubblicista (che mangiava come se avesse dovuto pagare), ora al suo collega del demanio; ma anche lui, per quanto navigato, si sentiva compreso, intimidito. A casa aveva buttato sulla carta quattro periodi di ringraziamento, quattro parole all’ambrosiana, per ogni eventualità; e ora se le masticava insieme al risotto: anzi c’era una bella frase che gli sfuggiva e che egli andava cercando cogli occhi nell’angolo in fondo al salone, dove su un piedistallo stava un gran pellicano imbalsamato.
Dopo il vin bianco le faccende cominciarono a procedere meglio: e meglio ancora dopo il barolo.
Anche il Bianconi dovette convenire che a casa sua di quel barolo non ne bevevano le sue ragazze, e liberata un poco la coscienza dagli scrupoli e dai pregiudizi, cominciò a sentirsi un poco parente anche di quegli illustrissimi, che sedevano all’altro capo della tavola e che avevano certamente studiato più