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pregò il Miglioretti di prendere un momento il suo posto, corse a casa a vedere se il suocero era arrivato o se aveva mandato un telegramma. Non trovò nulla. Restò a casa a mangiare un boccone, mentre Beatrice cominciava a sciogliersi dal suo sonno profondo di donna stanca. Poi tornò di nuovo alla Posta verso mezzodì.
Non era ancora in fondo della via del Pesce, quando vide sul portone della Posta il Martini. Vederlo e trasalire fu una cosa sola. I polsi del capo picchiarono così forte, che vollero rompere il cranio.
Ebbe appena il tempo di ricomporsi, e di prendere un’aria di premurosa compassione.
— Come mai? Non è partito? — mormorò.
Il Martini stese la mano all’amico, diede una languida stretta, voltò via la faccia e si portò due volte il fazzoletto agli occhi, mormorando, o per dir giusto, movendo le labbra a una parola senza suono, che voleva dire: È morta!
— È morta? — domandò con vivo rincrescimento il Pianelli, abbassando la testa.
— Stamattina alle quattro.... — balbettò colle labbra tremanti il Martini. — Son tornato per chiedere al Commendatore tre giorni di licenza e aspettavo anche lei per regolare la consegna. Voglio portarla a Milano....