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capì che il Pianelli perdeva la testa del tutto, entrò, lo prese sotto il braccio, lo tirò indietro:
— Andiamo, non dir più asinerie.... Tu ti senti male....
— C’è della gente che dice che io faccio dei guadagni, che ho dei segreti protettori — gridò con una voce falsa e lacerata il Pianelli, che non era più in grado di misurare la portata e l’estensione delle parole. — Questi sono i miei guadagni. Ma dovessi anche mangiare i chiodi delle scarpe, avrò sempre il diritto di insegnare a lei, e a chiunque più bravo di lei, il rispetto che si deve a una donna onesta.
— Lo meni fuori a respirare dell’aria, Bianconi. È matto, ha bevuto.
— Taci dunque...., finiscila, — predicava il Bianconi.
— A lei e a chiunque più bravo di lei, — tornò a ripetere il povero diavolo dalla soglia dell’uscio, attirando l’attenzione dei portieri e degli impiegati più vicini.
Non era Demetrio Pianelli che strillava, ma qualche cosa o qualcheduno dentro di lui, che aveva bisogno di uscire come il diavolo dal corpo di un ossesso.
Era l’uomo morto, che risuscitava colla corona di spine di tutti i patimenti, di tutti gli stranguglioni inghiottiti, di tutte le amarezze,