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gno del nostro cuore di manifestarle la compiacenza della quale siamo compresi tutti quanti per una delle poche distinzioni, che si possono dire veramente meritate.

— Questo sì, è vero, proprio.... — aggiunsero gli altri due.

Demetrio, dopo aver soffiato nella chiavetta per liberarla dai fondi di carta, era tornato a rosicchiare intorno alla serratura, curvo, quasi nascosto dietro la scrivania.

Il commendatore che lo aveva adocchiato subito, capì ch’egli non faceva parte della commissione.

— Loro hanno una grande bontà e una grande indulgenza per me. Ammettiamo dunque che il ministro abbia voluto ricompensare non i meriti reali, ma la buona volontà e la devozione a quelle idee liberali di ordine e di progresso, che hanno sempre informata la mia vita.

— Benissimo.... — esclamarono con tre voci diverse i tre ambasciatori.

Tenne dietro una battuta d’aspetto, durante la quale Demetrio, innocentemente, soffiò nella chiavetta, traendone quasi un piccolo fischio; e tornò a rosicchiare come un topo che fa il buco per passare.

— Li prego dunque di farsi interpreti presso i loro egregi colleghi dei sentimenti della mia gratitudine, e dicano pure che, poichè