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lice, girando col lume in mano si specchiava nella sua bella mamma. Da bambina giudiziosa promise di stare in casa colla Cherubina a curare i suoi fratellini e per contentarli avrebbe fatto lo zabaglione. Naldo, un marmottino di quattro anni, era già tutto felice nella speranza di poter leccare il frullo.


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Bellissima riuscì la festa del giovedì grasso al Circolo Monsù Travet per concorso, per calore e per allegria. Beatrice Pianelli, che l’Argo della Ragione paragonò a una Giunone di diciott’anni uscente da una nuvola, gustò il suo quarto d’ora di gloria.

Le signore, la Pardi per la prima, riconobbero nel taglio e nella guarnizione del vestito una mano straordinaria, si guardarono negli occhi con quella fredda meraviglia che è più vicina alla compassione che all’invidia. Ciò non impedì che si facessero passare di mano in mano la bella pigotta colle più tenere esclamazioni di ammirazione e di benevolenza.

Cesarino si dimenticava mentre seguiva cogli occhi estasiati il trionfo di Beatrice: e volendo sputar miele per il fiele che aveva inghiottito, cercò di mostrarsi affabile, gen-