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Bianconi, liberandosi così d’un vicino che poteva diventare troppo fastidioso, senza però farsene un nemico.

In mezzo ai gravi affari d’ufficio, Beatrice gli era uscita di mente: ma non disperava di prendere la lepre col carro. Al signor Demetrio Pianelli il nuovo organico assegnava una piccola promozione con qualche vantaggio di stipendio, una quarantina di lire all’anno, poca cosa per un milionario, ma che per un povero impiegatello rappresentano circa undici centesimi al giorno, giusto il prezzo del sigaro e della scatola dei zolfanelli.

Il Bianconi fermò Demetrio sulla scala per dargli queste notizie. Il galantuomo era un po’ contento e un po’ malcontento. Gli piaceva da una parte d’essere stato chiamato dalla confidenza del suo superiore, ma non avrebbe voluto dall’altra parte che Demetrio se ne offendesse o pensasse che egli avesse brigato quel posto. Il buon uomo amava essere in pace con tutti.

— Io non ho toccato niente delle tue carte: anzi, bisogna che tu mi dia qualche istruzione e la chiave dei cassetti.

A Demetrio la notizia non fece nè caldo, nè freddo. Andava a poco a poco istruendosi nell’arte di saper vivere, che consiste, pare, nel prendere le cose come Dio le manda e nel lasciarle andare come il diavolo le porta.