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di cose, che da qualche mese in qua egli era andato collocando nel cuore.
— Forse che ti pare freda? — chiese ancora col suo bell’accento di Verona la nipote del cardinale. — Ma non aver paura, non passerà la bela luna d’agosto e tu sarai felice appien. Dammi la mane.
Paolino stese la mano alla donna, che la strinse fra le sue e l’appoggiò sul suo petto alto, tenero e caldo. Tenendolo a quel modo prigioniero, seguitò:
— Tu sei un ragazzo timido, pien de passion, ma in amor ce vuole pazienza, o no se fa niente. C’è chi le fa la corte.
— Chi? — potè finalmente con un supremo sforzo di volontà pronunciare il pover’uomo, come se movesse un macigno.
— Uno che le sta molto vicin. Ma la bela luna di agosto sarà favorevole a te, perchè chi più ama de cor ha sempre rason. Procura intanto de bever tre volte nello stesso bicchier e trova il mezzo di condurla qui che la toccherò colla mane riscaldata dal tuo calor. Esponi intanto tutta la fiamma del tuo ardente affetto e lascia pure cadere le lacrime del tuo cordoglio. Io leggo nel bianco libro del vostro destin, che sta a me davanti, la vostra bela felicità vostra di voi, quando divenuti insieme amanti e sposi, riposerete nell’angolo del domestico fogolar. Oh la soa-