Pagina:De Marchi - Demetrio Pianelli, 1915.djvu/346


— 336 —

dama rimaneva a Milano, ogni domenica, un piatto di vitello e di frittura mista della più scelta. Quelle poche che erano state ammesse ai consulti segreti, contavano cose meravigliose delle sofferenze e delle chiaroveggenze sue, quando il magnetizzatore la dominava con più forza, la buttava in terra con un gesto del dito, con un dito la sollevava rigida e stecchita come un bacchetto, e come un bacchetto la poneva a giacere sulla sponda di due sedie di legno.

Anita volle che il professore collocasse ancora un piccolo cuscino sotto le reni e che socchiudesse un po’ le imposte. Fattosi più oscuro, Paolino, attaccato con gli occhi al bianco di quella bella persona distesa, da cui pareva che emanasse un chiarore, provò un piccolo stringimento alla gola e un sentimento di vertigine. Sospirò come un ragazzo che piange in sogno. Quasi non distingueva più tra questa donna e quell’altra....

Il magnetizzatore aggiustò un poco la testa della donna colle mani, come si farebbe con una bambina morta che si mette nella bara, le sussurrò qualche buona parola di incoraggiamento. Si collocò diritto davanti, presso lo sgabello, si concentrò nella barba, inarcò le ciglia, guardando verso un angolo della stanza: abbassò quello sguardo severo sulle scarpette rosse della donna, risalì con quello sguar-