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— Ha con sè lettere o anelli o capelli dell’inferma? — uscì ancora, a dimandare il professore Fagiano.
— Ho dei capelli.
— Me li favorisca.
Paolino trasse dal taschino il prezioso cartoccietto e glielo consegnò con una certa esitanza, come se avesse paura di perderlo per sempre.
— È la prima volta che interroga sulla paziente?
— La prima, sissignore.
— Ammonisco che il medium soffre e si adira ove si accorge di essere ingannato e condotto a spasso. Chi non dimanda brevemente e sinceramente arrischia di buttar via i suoi denari. Qui non ha luogo inganno o ciarlataneria come sulle fiere, ma tutto si fa sulle basi più rigorose secondo la pratica del celebre Charcot della Salpétrière di Parigi. Stia comodo.
Paolino voleva quasi giustificarsi. Infatti è pazzia di voler tentare la scienza col falso, e specialmente quando si paga.
Dopo un lungo agitarsi della tenda — forse madama finiva di vestirsi — uscì col professore madama Anita, tutta vestita di bianco e coi capelli sciolti sulla schiena.
Fece un sorriso caro e grazioso al signore, e senza dir altro, con una certa sollecitudine di non far