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Mentre Cesarino correva col cuore in bocca a questo modo per la città, sua moglie Beatrice, a casa, non finiva mai di specchiarsi nel suo bel vestito lucido di surah color perla e s’immerse tanto nei preparativi della sua toeletta che dimenticò il corso, le maschere, e perfino l’ora del pranzo.

Madame Josephine aveva preparato questo gran vestito per una contessa Castiglioni: ma aveva dovuto ripigliarlo per un improvviso lutto di famiglia. Stava per mandarlo a Roma a un’attrice che doveva recitare al Valle nella stagione di quaresima, quandò capitò a Beatrice di vederlo nelle mani della Elisa, la giovine maggiore della sarta, e se ne innamorò. Non era un capo alla portata della sua borsa, ma affascinata, commossa, ne parlò a Cesarino con tanta eloquenza che costui, con un pensiero dei suoi, meditò e combinò segretamente una bella improvvisata; cioè si fece cedere per le due sere del giovedì e del sabato grasso il vestito mediante un compenso serale e, senza dir nulla prima, lo fece trovare bell’e disteso sul letto di sua moglie.

Quando Beatrice si trovò davanti quello