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glio, — va bene? — e mi viene in mente di entrare nella stanza qui sotto, dove non sono mai entrata dopo la partenza di Beatrice e di Arabella. Apro per caso il cassettino della tavoletta, e guarda che cosa trovo....
La Carolina cacciò la mano in una delle grandi tasche del suo grembialone, svolse un cartoccio e tirò fuori un filzolino di capelli biondi, proprio di quel biondo come non ce n’è un altro al mondo.
Paolino si rizzò sul gomito e aprì gli occhi e la bocca davanti a quel filzolino, che la sorella teneva sollevato in aria.
— Ti paiono i suoi?
Paolino li prese tra le dita, li palpò, crollò il capo forse per asciugare nell’aria una sciocca commozione che gli penetrava il cuore, e tornò a piombare sul cuscino.
— Ai sogni si può credere e non credere, perchè non sono articoli di fede. Ma io dico che il Signore ha tante strade per andare a Roma e che alle volte bisogna lasciarsi guidare dai piccoli segnali. A furia di piccoli grani i frati di Chiaravalle facevano seicento moggia di frumento. Un parere te l’ho dato ieri mattina.
— Quale?
— Che tu andassi a Milano in cerca di Demetrio.