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— Allora sto benissimo.
Paolino, che riempiva colla persona tutta quanta la lunghezza del letto, si rotolò sul fianco, facendo stridere le foglie secche del pagliericcio e scricchiolare la lettiera; e voltò la faccia al muro.
La Carolina, che era la madre della pazienza e che conosceva l’arte di medicare le piaghe coll’olio d’ulivo, prese una sedia, vi si appoggiò più che non si sedette sopra, congiunse le mani sul grembialone e cominciò a dire:
— Non far così, non sta proprio bene. È quasi un tentare la provvidenza.
— Bella provvidenza!
— Non ti ha scritto Demetrio che essa era malata e che si sentiva poco bene anche lui?
— Tre righe in quindici giorni.
— Roma non fu fatta in un giorno e non si può dire ad una donna: Son qui, la mi pigli, come se si trattasse di un bicchierino di rosolio. Si sa, anche lei deve fare i suoi conti.
— Doveva dirmi almeno se ha consegnata la mia lettera.
— Gliel’avrà data, cari angeli custodi!... Stanotte ho fatto un sogno....
— Brava, contami i tuoi sogni adesso!
— Tu sei padrone di non credere a’ miei sogni, quantunque io pensi che, se Dio li manda, avrà il suo scopo. Anche Giacobbe....