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«E i bei consigli del suo benamato superiore? qui il bello toccava il sublime». Povero Pianelli, lei è troppo ingenuo, — la voce carezzevole e insinuante del cavaliere gli rinasceva nelle orecchie e gli dava la baia; — lei ha troppo buon cuore e il cuore è buono per i merli. Io le parlo come padre, come superiore: non sta nemmeno della sua dignità....

«Ah, sì, proprio? — esclamava, fermandosi sui due piedi in mezzo alla gente. Per fortuna e per grazia di Dio il cavalier Balzalotti non era a Milano e forse in quel momento lì dava a sua eccellenza il Ministro i suoi preziosi consigli: altrimenti egli sentiva che avrebbe fatto uno scempio, e poi finis mundi. Che gli importava adesso della sua vita? si poteva cadere più basso di così, anche andando in prigione?».

— Non sta della mia dignità il patire la fame e la miseria coi disgraziati, ma è della dignità tua, o birbone, tendere la trappola a una povera donna, tirarla in casa colle belle, chiudere la chiave dell’uscio, far le moine del gattone, tentarla un po’ colle dolci, un po’ colle brusche, provarne la virtù coi regalucci? Ah birbonaccio!

Durante le ore che rimase all’ufficio, nei primi due giorni che tennero dietro al colloquio con Beatrice, non fece che ripetere que-