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Beatrice, con un candore pieno di umile contrizione, prese a raccontare distesamente la sua visita al cavaliere, e perchè vi era andata, e come avesse risposto alle sue insistenze, e come, tornata a casa, si togliesse d’addosso quel braccialetto che le bruciava le carni, e come finalmente ricorresse a lui, Demetrio, non per essere vendicata, ma soltanto per restituire al suo adoratore i denari ed il regalo, perchè di questa roba non ne voleva più sapere. E rigirando l’avventura un poco allo scherzo, mettendo nella voce un filo sottile d’ironia, finì col dire:

— Io per me, me ne rido di quel vecchio sciocco e galante, del quale non ho mai cercata la protezione: ma voi potreste avere dei dispiaceri grossi. Egli è potente, è vostro superiore, e, non potendo vendicarsi su di me, avrebbe gusto di vendicarsi su di voi.

— Si vendichi.... — sentenziò Demetrio, alzandosi sulla persona. E voleva dire: — Se vuole anche il mio sangue, se lo pigli.... — ma la vista quasi improvvisa di quella donna che lo guardava cogli occhi grandi, l’abbagliò: tornò ad abbassare il capo, si restrinse, si contorse nella sua scontrosa debolezza, e sentendosi quasi morire, mandò col cuore un’ardente invocazione a quel Signore che aveva ricevuto nel petto la mattina.