Pagina:De Marchi - Demetrio Pianelli, 1915.djvu/303


— 293 —



*


Dopo molte giornate di bello, il tempo era scuro, con densi nuvoloni di temporale in aria, con spessi e forti colpi di vento che facevano sbattere le gelosie. Non tardò molto che si mise a piovere allegramente, tanto che Demetrio arrivò in Carrobio coll’ombrello grondante.

— Come sta la mamma? ha dormito?

— Meglio, sì. Mi ha detto quando veniva lo zio Demetrio di avvertirla.

— Non ho molto tempo.

— Vado subito.

Demetrio collocò l’ombrello grondante in un cantuccio, lasciò il cappello sulla sedia e stette ad aspettare in piedi, in mezzo alla stanza, colle mani nelle maniche, gli occhi incantati sui mattoni.

— Venga, zio.... — disse Arabella con un cenno della mano, facendo spiraglio dall’uscio.

Demetrio si mosse e chiese:

— Si può?

Beatrice non rispose subito e lasciò a Demetrio il tempo di accorgersi ancora una volta di un gran martellamento di cuore.

— Avanti pure.