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Dopo molte giornate di bello, il tempo era scuro, con densi nuvoloni di temporale in aria, con spessi e forti colpi di vento che facevano sbattere le gelosie. Non tardò molto che si mise a piovere allegramente, tanto che Demetrio arrivò in Carrobio coll’ombrello grondante.
— Come sta la mamma? ha dormito?
— Meglio, sì. Mi ha detto quando veniva lo zio Demetrio di avvertirla.
— Non ho molto tempo.
— Vado subito.
Demetrio collocò l’ombrello grondante in un cantuccio, lasciò il cappello sulla sedia e stette ad aspettare in piedi, in mezzo alla stanza, colle mani nelle maniche, gli occhi incantati sui mattoni.
— Venga, zio.... — disse Arabella con un cenno della mano, facendo spiraglio dall’uscio.
Demetrio si mosse e chiese:
— Si può?
Beatrice non rispose subito e lasciò a Demetrio il tempo di accorgersi ancora una volta di un gran martellamento di cuore.
— Avanti pure.