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bel Cesarino, faceva vedere che le magre non perdonano. Così almeno egli andava argomentando: ma tutte queste considerazioni finirono coll’irritare un carattere già per sè stesso sanguigno e sospettoso, inclinato già naturalmente ad esagerare il valore e la portata delle cose. Gli pareva di scorgere una vasta e misteriosa congiura di tutta Milano contro lui, contro sua moglie, contro i suoi figliuoli....

Non potendo più stare alle mosse, discese a volo le scale del Circolo, ritraversò i portici nel momento che ferveva il corso mascherato, e invece di piegare verso il Carrobio, cioè verso casa, dove lo aspettava Beatrice, svoltò nel piazzale deserto del Palazzo di Corte e per il passaggio dei Rastrelli arrivò in cinque minuti alla Posta.

Ve lo aveva portato, più che un pensiero, l’istinto, ossia quella forza di gravitazione che tira un corpo che cade verso il luogo del suo equilibrio.

Anche qui il portiere gli consegnò una busta gialla. Era un conto della Società del gas con una noterella del direttore, che minacciava le tenebre, se non si dava corso alle vecchie quietanze.

Cesarino sentì proprio venire addosso il buio come un uomo che sprofonda nell’acqua. Era la congiura. Era la parola d’or-