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Per di qua, aspetti, chiudo l’uscio con un giretto di chiave, perchè sono in casa solo e stando di là non si sente chi entra. Sicuro, io vivo sempre solo come un giovinotto, en garçon, con una vecchia Perpetua, che alla festa ha dieci messe da sentire e non so quante indulgenze da acquistare.

Con tutte queste cose comuni il bravo signore procurò di confondere un improvviso affanno, da cui parve cólto nel trovarsi tutto a un tratto davanti una delle più formose bellezze di Milano.

— Scuserà, cavaliere, se ho fatto la sfacciata, — balbettò Beatrice anch’essa in soggezione di trovarsi alla presenza di una persona di tanto riguardo.

— Giusto, brava! si accomodi.... — soggiunse il cavaliere, battendo tre colpetti sulla mano della signora Pianelli.

Il salotto dove l’introdusse era arredato con molto lusso, specialmente di cornici, e immerso in una calda e allegra penombra per via di due grandi trasparenti a fogliami colorati che ricordavano le foreste imbalsamate del lontano oriente. La fece sedere sopra un canapè, corse a prendere uno sgabellino che le mise ai piedi, con un fare cerimonioso come sempre, ma un po’ più timido e più imbrogliato del solito.

Forse il buon benefattore non si aspettava