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Palmira aveva ragione di dire che suo marito le faceva la guardia.

Dal giorno che Cesarino Pianelli, o per leggerezza o per vendetta, aveva buttata fuori la prima parolina ironica, il buon Pardone non era stato cogli occhi chiusi.

Conosceva le tendenze di sua moglie e non s’illudeva.

Egli l’aveva levata da un telaio di nastri col vestito di cotone, coi piedi negli zoccoli; l’aveva sposata, l’aveva vestita di seta, coperta d’oro e l’amava ancora dopo dieci anni di matrimonio, colla forza lenta, costante, vigorosa dei temperamenti linfatici.

Palmira non negava mica che il suo Secco fosse buono: anzi in certi momenti guai a toccarglielo! non amava il male in sè, ma per la varietà, colpa dell’argento vivo che aveva indosso e della sua nessuna educazione di famiglia.

Il buon Pardone portava pazienza, la compativa fin dove può arrivare un marito. Lasciava che andasse in maschera, che gettasse i coriandoli dal balcone, che ridesse, scherzasse pure cogli uomini; andava anche lui a divertirsi, quando avrebbe preferito dormire nel suo letto.

Non rifiutava nemmeno di infilare il frac e di dormire in piedi alle feste da ballo dove Palmira faceva il diavolo.... Ma, ohe!