Pagina:De Marchi - Demetrio Pianelli, 1915.djvu/256


— 246 —


I ragazzi gridarono:

— Riverisco, zio, riverisco.... grazie.

Egli uscì in fretta in fretta, senza capire ciò che gli diceva la cognata. Aveva bisogno d’aria.... Passò davanti al cristallo, guardò nel caffè, vide un gruppo di gente, ma vide annebbiato, salutò colla mano, e col suo passo di bifolco che cammina nel molle, traversò verso Santa Margherita, portato come un pezzo di legno galleggiante dalla corrente dell’antica abitudine, non più chiaro a sè stesso di quel che sia un pezzo di legno. Una sola parola con un senso umano, uscì da quel garbuglio di sentimenti che egli portò all’ufficio, e prese nel fondo del suo silenzio la cadenza di un bastone che picchia addosso a un sacco di cenci. Questa parola, ch’egli ripetè cento volte nel breve tratto di strada fino alla porta del Demanio, era il nome del suo migliore amico: Ah, Paolino! Ah, Paolino!