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tare la compunzione in un senso di corrucciata impazienza.
— Fate presto, dunque, — tornò a ripetere. — La mamma non è pronta?
A lui il destino non aveva mai concesso una giornata serena, nemmeno nella fanciullezza. Arabella era la prima ragazzina che osasse alzare le braccia a lui e baciarlo sul viso. Nella sua povera vita, secca come una siepe d’inverno, non era mai passata una sola farfalla.
Naldo volle che lo zio gli allacciasse una scarpetta.
Lo zio lo fece sedere sul tavolo e prese in mano la gambetta del bambino.
Mentre egli stava ancora tutto intento a infilare la stringa negli occhielli, Beatrice, avvertita da Arabella che non c’era tempo da perdere, venne tutto ad un tratto in cucina a prendere un secchiello d’acqua.
Non aveva sentito che Demetrio fosse lì; e venne come si trovava, così in sottanino, colle braccia e colle spalle scoperte, così come s’era distaccata dalla catinella.
Vedendo suo cognato, si confuse, sorrise, balbettò qualche parola di scusa, le sue spalle diventarono di fuoco, e tornò indietro ridendo, lasciando sulla soglia il secchiello vuoto, che Mario portò in stanza pieno d’acqua.
Demetrio, non sapendo se dovesse ridere e