Pagina:De Marchi - Demetrio Pianelli, 1915.djvu/238


— 228 —

Cascine! A lui invece era sempre toccata la maledetta sorte di tribolare per gli altri, per farsi odiare. Ma poichè da qualche parte questa fortuna stava per arrivare, voleva far vedere che anche lui sapeva essere grande e generoso. Non c’è mestiere più bello che fare lo zio d’America.

A Beatrice non aveva detto ancor nulla dei grandi discorsi di Paolino; ma forse era arrivato il momento di lanciare una prima parola. In un giorno di festa e di pace, in cui di solito si mettono in disparte i rancori e i corrucci, non era difficile trovare il momento per avviare un discorso di tanta importanza.

Arrivò in Carrobio mentre i ragazzi stavano vestendosi. Trovò Mario e Naldo in cucina che s’impegolavano le mani e la faccia col lucido, con cui cercavano di rendere pulite le scarpe. Lo zio arrivò a tempo a dar loro una mano.

— È vero, zio, che Arabella oggi diventa il tabernacolo dello Spirito Santo? — disse Mario. — L’ha detto il predicatore ieri sera.

— Sicuro.

— Naldo non voleva credere.

Il piccolo miscredente si pose a ridere. Gli pareva una parola così strana questo tabernacolo....

In quella entrò Ferruccio. Anche il bel ricciolone doveva presentarsi per la prima vol-