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— Che diavolo ha questa donna?

In mezzo alle sue tribolazioni, in mezzo ai suoi parenti, con un morto da portar via, con tanti debiti da pagare, con tante amarezze da inghiottire, in una lotta d’ogni minuto colla miseria, col pane, coi creditori, colle prevenzioni, coi pregiudizi, colle antipatie, egli non aveva avuto tempo di cercare in sua cognata la donna. Per lui essa non era che un debito, il più grosso, il più pesante, quello che non si poteva pagare in nessuna maniera e che tirava con sè tutti gli altri: ma al disotto del debito c’era la donna. Che diavolo aveva dunque mai questa donna....?

Il tocco profondo e vibrato d’un orologio che gli stava sul capo lo svegliò dalle sue meditazioni e gli richiamò alla mente che non aveva ancora sentita la messa.

Uscì in fretta, traversò in quattro passi la piazza Fontana, e presa la via dell’Arcivescovado, per la porticina secondaria, dalla gran luce esterna si rifugiò nell’ombra alta e solenne del Duomo, in fondo alla quale uscivano i colori sanguigni e violetti di una vetriata, tocchi e animati delicatamente dal sole.

Lo spirito alquanto scosso ed esaltato di Demetrio si raccolse in quella grande cornice di ombre e di colori profondi, e sotto quelle alte vôlte intrecciate, nelle quali il pensiero