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buco, che cominciava allora a vestirsi di verde.

— È la Teresina dei Bareggi?

Paolino disse di no col capo.

— Allora è la figlia del fattore di casa Prinetti.

— Perchè dev’esser quella?

— Perchè viene tutte le domeniche a messa alla Colorina.

— La voglio bella o niente.

— Che cosa vuol dire bella? Non è il manico d’oro o d’argento che fa bella una scopa.

— Ah brava! — gridò Paolino ridendo — tu paragoni una moglie a una scopa.

— No, faccio per dire che non bisogna guardare agli accessori, quando ci sia il principale, cioè salute, religione e voglia di lavorare. Queste signore della giornata, che escono dalle monache, che mettono le mani sotto il grembiale tutte le volte che hanno bisogno di traversare la corte, che svengono se vedono uccidere un cappone, che non sanno spennacchiare una gallina, sono buone per i signori milanesi, per i signori impiegati. Tu hai bisogno di legno forte e stagionato.

Paolino, stringendo tra i due indici la canna del naso, lanciò di sottecchi un’occhiata alla sorella, per indovinare se parlava a caso o di proposito.