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con un fare cerimonioso, invitandoli a entrare.

— Avrei del denaro da consegnargli — balbettò Demetrio.

— Vengano avanti. Vado ad avvertirlo.

Rimasti un momento soli in anticamera, Demetrio disse ad Arabella:

— Lasciami andar innanzi solo. Aspettami qui....

E a quell’uomo coraggioso tremavano le gambe.

Quando tornò la vecchia, Arabella stese le mani alla piccina, e con quel diritto, che ogni donna ha sui deboli, la tolse in braccio nel suo guancialetto e andò a sedersi presso la finestra per contemplarla bene negli occhi. Essa aveva molte cose a dire a quella piccina. Appoggiò il viso al visino e nascose così le lagrime. Demetrio intanto era passato di là. La vecchia Martini, contenta delle carezze che la ragazza dava alla sua piccina, venne a fare delle confidenze. La sua Mimi era nata sotto cattiva stella: la mamma morì nel metterla al mondo, e ora il governo mandava via il papà lontano, fino in Sardegna. Era un trasloco senza promozione, senza miglioramento di stipendio, per colpa d’un birbone che l’aveva tradito, sotto la maschera dell’amicizia....

— Ne ha passate quel povero martire in