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misericordia tutto ciò che non era strettamente necessario; placò l’ira del padrone di casa con una prima anticipazione, e rilasciò qualche cambialetta ai bottegai. Ma erano goccie nel mare. Per far fronte al grosso dei debiti e specialmente a quello segreto verso il signor Martini, scrisse a suo cugino delle Cascine Boazze, uomo di gran cuore e ben provveduto, che mise a disposizione del parente un libretto della Banca Popolare.

Paolino, come s’è visto, amava Demetrio come un fratello e se ne serviva spesso negli affari suoi, specialmente per il buon collocamento dei capitali o per l’esazione delle cedole di rendita o per altre operazioni di questo genere, in cui Demetrio aveva una certa praticaccia. Nel mandargli il libretto della Banca, Paolino gli scrisse anche una lettera piena di maiuscole:


«Caro cugino,

L’opera che fai per i Figli di tuo fratello è santa e sarà Benedetta in cielo. Io ricordo sempre i benefici che ho ricevuti dalla Tua buona mamma, dunque metti che in questa circostanza i miei denari siano Tuoi e me li restituirai quando Potrai e non stare a Ringraziarmi. Salutami la signora tua cognata anche a nome di Carolina.

Tuo aff.mo cugino

Botta Paolino».