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Questa sentì tutto il significato di quella tenera carezza e il cuore volle scoppiare. Nemmeno lo zio seppe trovare una parola da dire in quel momento, tanto il dolore gli stringeva lo stomaco. Gli occhi si riempirono di lagrime dure e cristalline, che egli tolse, passandovi sopra con forza il grosso fazzoletto di cotone.

Arabella, quando potè parlare, raccontò che, stando una sera sul pianerottolo a prender acqua alla pompa, sentì sulla scala di sopra Ferruccio, che indicando l’uscione del solaio, raccontava a un altro ragazzo che il sor Cesarino si era impiccato lassù. Aveva creduto di morir di spavento; ma capì subito che la mamma non ne sapeva nulla e che la gente cercava di nascondere la verità. Non era morta ancora, perchè la Madonna Addolorata l’aiutava...., ma non ne poteva più.

— No, zio Demetrio, non ne posso più — esclamò aggrappandosi colle braccia al collo dello zio, accostando la sua faccia pallida e lagrimosa a quella accigliata e ruvida dell’uomo. — Non ne posso più.... e il cuore mi si spezzerà davvero se non ci aiuta. Lei mi dirà tutto, com’è stato.... Ah Signore! il mio povero papà! mi dica che non è vero.... Che cosa abbiamo fatto di male noi al Signore? O Madonna, Madonna!

Arabella pronunciò il nome della Madonna