Pagina:De Marchi - Demetrio Pianelli, 1915.djvu/177


— 167 —

che consolazione. Nella sua vecchia stampa il libro, dove Demetrio lo aperse, diceva:

Confesserò contro di me la mia injustitia: confesserò avanti a Te, o Signore, la mia debolezza.

Giovann dell’Orghen cominciò a scampanare a Sant’Antonio colla pazza fiducia di un sordo.

E il libro:

Sovente è picciol cosa quella che mi abbatte et contrista.

— Questo è vero, — pensò Demetrio, — noi ci lasciamo spesso deviare ed affliggere da un’ala di mosca.

I canarini, eccitati dalla musica delle campane, cinguettavano e gorgheggiavano per cinquanta.

Mi propongo di fortemente operare et invece basta una mediocre tentatione perchè io pruovi massima angustia....

Demetrio credette di leggere un rimprovero nelle parole del vecchio libro, e socchiuse un poco gli occhi, come se volesse discendere collo sguardo fino in fondo alla coscienza. Quando li riaprì, ne vide innanzi due altri, che stavano osservandolo in un modo strano e indiscreto.

— Chi ti ha insegnata la strada, brutta bestiaccia?

— Beb! — rispose Giovedì, che credette di