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più di belle parole. Ferruccio tornò con la cesta vuota.

Beatrice si fece restituire da Arabella un piccolo cinque franchi d’oro, che il babbo le aveva regalato per il suo compleanno: e, bene o male, si tirò innanzi un altro paio di giorni. Ma la povera donna si sentì abbandonata, e le venne da piangere.

Uscì, vestita come potè, con l’idea di andare a parlare al Direttore delle Poste, e lasciò in casa Arabella sola a custodire i ragazzi.

Il commendatore era andato a Roma. Sulla scala s’incontrò col signor Martini, che finse di non conoscerla.

Timida ed imbarazzata, non osò cercare del Buffoletti o di qualche altro amico di suo marito. Passò invece dalla via del Mangano, dove abitava l’Elisa sarta, e salì fino al terzo piano per ordinarle i vestiti di lutto. Poi, un pensiero le suggerì di andare in cerca della Pardi e di chiederle un prestito di qualche centinaio di lire; ma l’Elisa sarta aveva riferite le ultime parole dette dalla Pardina sul conto della sora Pianelli, e tra le due vecchie amiche di Cernobbio c’era oggi dell’aria cattiva.

Passò il giovedì e tutto il venerdì senza che venisse anima viva.

Pioveva. L’aria e le case avevano di lassù