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rante sapesse lì per lì rispondere una parola, nemmeno un grazie, per degli avvertimenti che lo arrestavano sull’orlo di un abisso.

Tutto aveva pensato, tranne a questo caso, che la gente potesse supporre quello che forse supponeva già e che era nei suoi diritti di supporre.

Sicuro che era così! il lusso, la tranquillità, l’ironia con cui l’aveva accolto sua cognata dovevano avergli aperto gli occhi, se egli non fosse stato una vecchia talpa cieca, ignorante di tutte le cabale del mondo, un bestione, sciocco e paziente come un cammello, e come un cammello sempre rassegnato di portare la casa degli altri sulla gobba.

Tanto per giustificarsi un poco davanti al suo superiore e benefattore, dopo aver masticato un pezzo le parole, provò a dire:

— E quei poveri figliuoli?

— Ecco, — soggiunse il morbido consigliere — ai figliuoli forse è il caso di pensarci un poco; ma è inutile ingannare con false carità dei poveretti, a cui non si ha da poter lasciare che gli occhi per piangere. I figliuoletti vorrei metterli in qualche orfanotrofio, in qualche istituto di beneficenza. Non è questo che manca a Milano, e io stesso per quanto posso esser utile, se crede.... conosco il presidente degli orfanotrofi e luoghi pii annessi.