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— Gli avete detto che non ricevo in ufficio? sta per venire il cavaliere....

— Dice che ha bisogno.... Pare un mezzo matto....

— Sarà uno dei soliti — soggiunse Demetrio, che da una settimana vedeva passare la processione dei creditori. — Questo lo mando a Melegnano dal sor Isidoro, — pensò. — Non voglio impiccarmi per.... Fatelo entrare un momento — soggiunse a voce alta.

— Per questo son già bello ed entrato — esclamò il vecchio mezzo matto, venendo innanzi da sè come se fosse il padron di casa.

Era un uomo sui settant’anni, d’aspetto campagnuolo, tarchiato e vigoroso, vestito di un abito grigio sciupato, con due grandi occhialoni sopra un viso color del mattone e con un nodoso bastone in mano di un bel legno giallo, contorto come una radice.

Fece tre passi avanti, cadendo tre volte sulla gamba destra che aveva più corta della sinistra e, senza levarsi il cappello di testa, fissando in faccia a Demetrio i grandi vetri dei suoi occhiali, disse con voce sguaiata:

— È lei quello che chiamano il Demetrio?

— Sissignore — rispose Demetrio non senza un piccolo sorriso ironico.

— Allora mi siedo, perchè sono stanco come un asino.