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I.
Verso mezzodì Cesarino Pianelli, cassiere aggiunto, vide entrare nell’ufficio il cassiere Martini più pallido del solito, col viso stravolto, con un telegramma in mano.
— Ebbene? — gli domandò, — che notizie mi dà?
— Bisogna che io parta immediatamente. È moribonda! — rispose il Martini, con un groppo alla gola che gli mozzò le parole.
Povero diavolo! L’aveva sposata da poco più di un anno e dopo un anno di tribolazioni, e quasi di agonia continua la poverina moriva consunta a Nervi, dove il medico l’aveva mandata a passare l’inverno.
— Vada, vada, Martini, resto io. Si faccia coraggio, vedrà. La gioventù si aiuta sempre.
— Dovrei avvertire il Commendatore, ma la corsa parte alle dodici e quarantacinque e non ho tempo. Gli scriverò appena potrò. Guardi, Pianelli, chiudo in questa cassa i valori principali e lascio a lei la chiave di quest’altra cassa. Vuole che gliene faccia la con-