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venuta la Cherubina, stamattina. Volevo far avvisare l’Elisa sarta che siamo tornate e ordinare i vestiti di lutto. Nella confusione non ho avuto tempo di pensare a nulla, e ho dovuto farmi prestare qualche fazzoletto nero dalla Carolina.
— I vestiti di lutto li avete già ordinati?
— Non ancora, sicuro. Non potrei mettere il piede fuori dell’uscio.
— Scu.... scusate — riprese con un tremito nervoso Demetrio, — e questi vestiti sono proprio ne....ne.... nec....essari?
Beatrice lo guardò con aria stupefatta, come se avesse domandato se è proprio necessaria l’aria per vivere.
— Dico questo perchè è una spesa.... e se si potesse risparmiare qualche spesa.
— Come, risparmiare? che cosa direbbe la gente?
— Certo fu una disgrazia, e voi avete il dovere di piangere quel povero uomo; ma di spese ce ne son già troppe....
— Prendete un caffè, Demetrio? — interruppe Beatrice.
— Grazie, non ne piglio mai! — rispose bruscamente il cognato, che, continuando il discorso di prima, soggiunse: — Mi sono spaventato, cara voi.
— Di che cosa?
— Dello stato delle cose. Non c’è più sti-