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razione, e la morte rabbiosa che aveva fatto. Egli avrebbe potuto rispondere:
— Non vi conosco....
Oppure:
— Non ho tempo!
Ma bisognerebbe in certi casi avere un sasso al posto del cuore, o credere che al disopra delle tegole non ci sia che aria, fumo, e nient’altro.
In questi pensieri fece tutta la strada, sforzandosi inutilmente di preparare un esordio alla sua predica.
Stava per andar su, quando il Berretta, il portinaio:
— Ehi! ehi! — lo chiamò indietro.
Si voltò e vide in compagnia del sarto un uomo di mezz’età, scuro di pelle, torbido come il temporale, con due folti sopraccigli neri, che il Berretta presentò come el sor ragionatt.
— L’è lui il fratello del defunto? — domandò la degna persona, aggrottando i sopraccigli di carbone, mentre colle mani dietro la schiena faceva girare una bella canna colla punta d’avorio.
— Perchè? — chiese Demetrio, con un piede su un gradino, l’altro su un altro.
— Dimando se l’è lui.... — tornò a dire con impazienza il signor Maccagni, con un viso d’uomo nauseato.