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I.
Beatrice rimase una settimana alle Cascine e tutto quel tempo non fece che piangere e disperarsi. Trovava crudele che non le avessero lasciato vedere almeno una volta il suo Cesarino, e ne incolpava la ruvida ostinazione di Demetrio. A poco a poco però le cure e le parole della buona gente che l’avevano ospitata, la vista della campagna, le ciarle spensierate dei bambini dissiparono il primo spavento, e richiamarono il suo cuore ad altri pensieri. Demetrio le scrisse una volta che aveva bisogno di parlarle e che l’aspettava a Milano.
Quando si trovò di nuovo in casa sua e che girò gli occhi intorno, provò ancora la vertigine del sentirsi come isolata in cima a una pianta: non sapeva che cosa fare, che cosa dire, dove mettere le mani.
Cesarino, nella sua adorazione, soleva risparmiarle fin la fatica di pensare. Previdente, preciso, minuzioso, e in molte cose fin