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mia, avea potuto persuadermi che, la visita in Egitto, gli avea maggiormente raffermato il convincimento della assoluta necessità che noi avevamo d’imprendere e sostenere una politica coloniale più energica, più risoluta.

Dopo il suo ritorno dallo Egitto io andava spesso a visitarlo a Procida, ed egli di buon grado s’intratteneva con me intorno alla formazione della Società per la Colonia di Sciotel. Entusiasmato per questo fatto, ch’egli vedea prossimo ad avverarsi, si proponeva di mettere in opera tutta la sua autorità, affine di ottenere dal Governo efficace protezione.

Quando andai a visitarlo l’ultima volta, quel chiarissimo e gentilissimo uomo, si alzò da letto per venire ad intrattenersi con ne; ma, con mio grandissimo dolore, mi accorsi che era così male andato in salute, che a mala pena poteva parlare.

Di fatto pochi giorni scorrevano e l’Italia perdeva uno dei suoi più grandi economisti; e la colonia di Sciotel perdeva uno dei suoi più ardenti fautori.

6. Il silenzio di Menotti Garibaldi, la morte di Scialoia, e le molte pratiche fatte qui in Napoli e riuscite infruttuose, perchè tutti pensavano che nulla si potea fare senza l’appoggio del Governo, mi consigliarono di lasciare Napoli, e così il 12 dicembre del 1877 mi imbarcai per Genova.

Ivi giunto mi recai immantinenti agli uffi-