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fare, era sul punto di partire per Roma e chiedere conto al Ministero degli Esteri delle ragioni che aveano consigliato quelle autorità a non tener presente le giuste doglianze della Colonia italiana di Egitto, e a conculcarne i suoi più santi diritti. Ma i miei amici e cointeressati, convinti che non avrei ricavato nulla di bene, e che forse avrei potuto aggravare il nostro misero stato, fecero di tutto per sconsigliarmi di dare quel passo.

Laonde, costretto ad arrendermi alle loro ragioni, mi contentai di pubblicare la seguente lettera di protesta, che inviai al Corriere del Mattino, sicuro di rendermi con essa interpetre dei sentimenti di tutta la nostra colonia di Egitto.

«Di nuovo sulla nostra rappresentanza in Egitto — Dall’Ingegnere signor De Lorenzo riceviamo la seguente che di buon grado pubblichiamo:

Stimatissimo signor Direttore,

Nel numero 33 del suo tanto accreditato giornale, io lessi alcune linee riguardanti il ritorno del signor de Martino in Egitto. Ella, con nobiltà di sentimento ed avendo esclusivamente in vista la compassionevole posizione degli italiani di quella contrada, si augurava che il signor de Martino non an-