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poche fatture (essendo che molte altre andarono disperse) degli oggetti comprati dallo Zucchi per la colonia; fatture che si leggono nel secondo volume dei miei documenti.

Il Bonichi infine confessa, nella relazione sopra menzionata, che nel contratto, tra Stella e Zucchi, c’era il patto che dandosi luogo alla vendita o cessione di Sciotel, si dovesse detrarre prima l’ammontare di tutte le spese sostenute da Zucchi, e sul resto il Zucchi, come direttore e capitalista, percepisse il cinquanta per cento. «Sotto queste condizioni il signor Zucchi associò alla impresa diversi europei» e quindi anche il Bonichi, come risulta dalla nota dei titoli riportati a pag. 28.

È vero che questi documenti si sono dispersi, ma c’è il decreto del console che non volle riceverli in deposito; e la dichiarazione spontanea del Bonichi non può essere sospetta, perchè fatta molto prima della cessione del 1872, cioè nel 1867.

Nè le Zucchi mancarono di risentirsi e di far valere le loro ragioni presso il Governo egiziano, ma indarno; come si può vedere dalle rimostranze che il Caruana, marito di Emma Zucchi e suddito inglese, diresse per mezzo del suo console al ministero egiziano: le lettere sono nel secondo volume dei documenti.

Mi pare adunque che anche per questo aspetto la cessione fatta dal Bonichi è di nes-