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trascriverò poche parole del Sapeto che valgono a mostrare, se non altro, su quali basi sia fondata.

«I Bogos non hanno governo unico, nè alcun legame comune gli tien soggetti di un capo; sì quanti sono i villaggi altrettante sono le repubbliche, che reggonsi da per sè, avendo tra loro quei rispetti, che non importano inimicizie, nè tafferugli. Per doverne fare una nazione forte, si vorrebbe eleggere un capo, che dando loro una legge, gli legasse più fortemente all’amor della patria, accendesse nei loro cuori scintille di emulazione, di reciproca fratellanza, e gli menasse a divenir commercianti agricoltori e soldati, senza ledere in nulla i diritti comunali di cui sono gelosi assai»1.

5. L’illustre autore viaggiando verso Keren, e trovandosi a due giornate da quel principale ed importante villaggio dei Bogos, venne più volte fermato e rispettosamente salutato dagli indigeni. Ecco come egli narra questo fatto: «Fui fermato più volte in quel giorno e nel seguente da viandanti Bogos che vollero quasi per forza baciarmi la mano. Costoro sono cristiani e praticano similmente cogli altri viaggiatori, in segno di riverenza e di amicizia verso correligionarii potenti e ricchi, perciocchè tali stimano tutti gli Europei.

Men belli della persona e meno industriosi

  1. Issel Viaggio nel Mar Rosso e tra i Bogos pag. 108.