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mente una parte della nostra emigrazione, perchè di là — checchè ne dicano — la via principale del commercio fra Massaua e il Sudan.»

6. Se da parte degli indigeni non incontreremo ostacoli di sorte alcuna, molto meno ne incontreremo nella terra che andremo a sfruttare; poichè essa corrisponderà ad usura al nostro lavoro, ai nostri capitali.

Non starò qui a ripetere ciò che ho scritto alla pag. 9, intorno al territorio di Sciotel, ed i pareri del Franzoi, e del Beccari, tutti e due competentissimi; aggiungerò soltanto alcune importante notizie circa la feracità di quelle regioni tratte in massima parte, come ho già detto, dal Sapeto.

Nelle pianure dell’Hamasen e dello Asmara il terreno è nericcio e proprio ad ogni specie di biada; il grano, il mais (Holgus sorgus) i faggiuoli, le favi, i ceci, il thef (Poa abyssinica), vi centuplicano con poca coltura e nessun ingrasso.

Il terreno di Keren mostra anche di essere atto alla coltura, ma vi scarseggia l’acqua, ancorchè sia traversato nella sua lunghezza da un torrente, che nel tempo delle piogge strabocca; alcuni nostri italiani, prima dell’occupazione di Massaua, coltivavano con profitto il tabacco. Magnifico pei bestiami è il paese degli Habab, popolato assai, ricco di cammelli e di ogni maniera di armenti,