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tosi il Sapeto, cominciò a parlare speditamente arabo con quei preti musulmani, confondendoli e riducendoli al silenzio, con piacere e diletto grandissimo di tutti gli indigeni, e quindi, come egli medesimo dice «perlustrai tutto il paese sonando alto la fede di Cristo..... lasciammo cuori raffrancati e fiduciosi nello amor nostro.»

I Mensa poi si mostravano orgogliosi della loro origine europea, dicendosi provenienti di Aduli, ed aventi per padre un Saràki; che il Sapeto suppone possa essere Alessandro, il quale avea fondato una colonia greca al Sud di Aduli.

I Bogos sono pastori ed agricoltori ad un tempo, ricevono i viandanti senza tributo alcuno, sono uomini di maravigliosa dolcezza.

Costumanze affatto simili, a quelli dei Mensa e dei Bogos, hanno pure gli Habab; il cui capo vien chiamato Kantibai, appellazione cristiana di autorità molto in uso in Abissinia.

«Quando io (dice il Sapeto) nel 1838 entrava in Etiopia l’Hathi Kles e gli Habab erano in gran parte cristiani di nome, e solamente da pochi anni addietro per leggerezza, o per commodo dei loro negoziucci con Massaua, accettarono il Corano, onde cessare le angherie e soprusi del Naieb, che ne facea villano strapazzo. Ma su quelle fronti abbronzate non è per anco spenta la scintilla del Crisma battesimale dei loro padri e